1973 Valerio Mariani
In occasione della Mostra alla Canova
Un lungo intervallo che, se non è stato affatto di rinuncia, però appare una sosta di manifestazioni artistiche offerte al pubblico, caratterizza lo sviluppo dell'attività pittorica di Duccio Guidotti che già prima dell'ultima guerra aveva ottenuto, attraverso mostre di notevole severità di selezione e persino, subito dopo, con la partecipazione alla Biennale di Venezia, riconoscimenti di indubbio valore che ne sottolineavano il precoce slancio creativo ricco di promesse per il futuro.
A chi domandasse come si possa parlare, di fronte alla attuale mostra dell'artista, non d'un “ritorno", alla pittura, ma d'una testimonianza di continuità e di approfondimento di gusto e di stile, si risponderà che nello spazio d'anni trascorso tra le prime, felici e promettenti affermazioni e la “personale" di oggi un rifluire di curiosità e di tendenziali ricerche tecniche impegnarono a fondo il nostro pittore nei
campi del cinema, dello studio del colore, dell'indagine televisiva, senza tuttavia distrarlo da quella incancellabile pratica di un' arte che non si riesce a dimenticare per nessuna cosa al mondo, neppure per effetto d'una polemica con se stessi, ma anzi ce la ritroviamo tra le mani quando meno ce l'aspettiamo proprio nel momento in cui ci sembra che quel che stiamo facendo non abbia nulla a che vedere con la
pittura.