Lo ‘strip’ di Scania

Gaio Fratini

 

Il nostro Duccio da Bolsena ha scoperto a Scania, in quella Svezia

"del meridione che sfuma in Danimarca, un suo segreto "posto delle fragole". E Scania diventa un paesaggio a forma di barca, un traghetto clandestino, un contrabbando di colori che appartennero ai fasti della pittorica civiltà umbro-tosco-Iaziale. Buon viaggio, caro Duccio. Già le incestuose antenne televisive che contrappuntavano i tuoi quadri di qualche anno fa dissolvono in laceranti graffiti, in una tormentosa teoria di aste primordiali. Hai finalmente abbandonato la fabbrica degli ectoplasmi televisivi  ed eccoti affacciarti su una megalopoli informe, su una Roma babelica dove colori e ritmiche assonanze si dispongono a partecipare a una confusa sublimazione di eventi pietrificati: acque e cieli si equivalgono, paesaggi e figure non hanno esiti, tutto sembra bruciato io un tempo immobile.

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Una pittura, la tua, ricca di suggestioni crepuscolari, di voglia di

trasmigrare e mettere un bel giorno salde radici "in un dolce paese

che non dico". A muovere i tuoi pennelli è un soffio di fissazione

letteraria che ti proviene forse dall'inane confronto coi classici.

Duccio da Boninsegna ti chiedi, il Perugino, il  Pinturicchio, cosa

mai. vogliono da me? Ma vedrete! Un bel giorno attaccare un quadro di Guidotti alle pareti significherà l'incontro con un mondo di ideali "veramente" perduto. Quel quadro di Scania mi fa pensare a un sogno di Sandro Penna: "Un sogno di bellezza un dì mi prese. Ero tra calde genti, in un caldo paese", E a Scania, credetemi, fa un caldo africano e le svedesi più puritane hanno già cominciato lo strip.