Le dolci ostinazioni di Duccio Guidotti ----

di Antonio Donat-Cattin

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‌Le creazioni di Duccio nascono e si sviluppano‌tra sorprese e irrequietezze - ma in ogni caso governate‌dalla regola - dentro ai turbamenti che del pittore‌esprimono le interne emozioni. Irrequietezze ed ‌emozioni di un temperamento mansueto, complice ‌l'innata disponibilità, ma anche la fuga dal quotidiano,‌che l'uomo non mimetizza o nasconde né a sé né‍agli altri: AI contrario esibisce con candida civetteria.‌

‌L'occasione della personale alla ‘Sala De Luca’ a Belluno, ove l'artista esibisce i suoi primi paesaggi. veneti, pone alcuni interrogativi.‌'Intanto come non chiedersi il significato della destinazione‌espressiva, del contenuto e dell'itinerario‌narrativo di questi curiosi "spazi-alti del tessuto urbano " dimora e struttura della moderna alienazione? ‌Non è forse il tema centrale nel fabulare del pittore,"argomento "insinuante", l'iterazione, il tema delle ‌costanti dialettiche di un pacifico sdegno?

‌Vi è da chiedersi se il discorso pittorico dell'artista,‌la sua denuncia pacata ma perentoria intendono proporsi come una sorta di allarme visuale della condizione di vita dell'uomo contemporaneo, o non‌piuttosto il modo inedito di promuovere la protesta di fronte allo sfascio ecologico  al quale assistiamo‌ giorno dopo giorno, quasi ad affacciarsi propeudicamente‌su di un'idea rivoluzionaria? Nell'osservare tavole e disegni di questa mostra salta anche fuori il Guidotti più "consumato" ,che è poi ‌il ritrattista illuminato, conciso, definitivo.

Le figure umane di Duccio Guidotti, esaminatele con ‌cura, sottintendono con certa felicità di esiti corpo‌ colore segno composizione espressione movimento intensità da cui muove e si irradia un intrinseco ‌valore pittorico, che fa del Guidotti artista a pieno titolo.‌

Della produzione più fresca si evidenziano le nature‌morte. I fiori,-:in particolare. Fiori esili, impalpabili, ‌gentili, filiformi. Per il loro creatore un vero test di ‌eleganza è di misura. Non è poco.Talento schietto, uomo in sintonia coi nostri giorni,‌ Duccio Guidotti tende, nel suo lavoro, al recupero della tradizione dell'arte. Di una particolare tradizione quella romanica a lui congeniale; prim’ancora ‌quella bizantina, a fissarne il concetto di decoratività. Tradizione che egli investiga filtra interiorizza‌con dolce ostinazione e civile ossessività, facendo ‌sua, adattandola al proprio operare, la lezione degli‌antichi.

La grande lezione, mai sopita, dalla quale egli intende‌ trarre - ma in una chiave futuribile - significati e valori, ragioni e stimoli. Per muoversi più agilmente‌nella novità del mondo.